Gabriele d’Annunzio: An inimitable life:
Daniela, in questa conferenza che terrà in Inglese, ripercorrerà gli aspetti più importanti ed eclatanti della straordinaria ed inimitabile Vita di d’Annunzio, ma anche i suoi capolavori, le sue passioni, gli amori più avvincenti, le sue gesta eroiche, che ne hanno fatto il personaggio più discusso e geniale della sua epoca.
Il recital/concerto Gabriele ed Eleonora. Una passione scarlatta (che si avvale del Patrocinio del Vittoriale degli Italiani) è tratto dal testo teatrale di Daniela Musini Mia Divina Eleonora (Ianieri Editore) che ha conseguito tre prestigiosi premi: Medaglia di bronzo al Premio Firenze 2003, Primo Premio assoluto al Premio “Garcia Lorca” di Torino 2004 e Coppa Sarah Ferrati 2008 per Autori di Teatro, e che è andato in scena a Pescara, nell’ambito della prima edizione del D’ANNUNZIO FESTIVAL, con la Musini nel ruolo della Duse e con la partecipazione straordinaria di Paola Gassman nel ruolo di Sarah Bernhardt.
Gabriele ed Eleonora. Una passione scarlatta è composto da una breve introduzione, dal titolo L’Imaginifico e la Divina: il “vivere inimitabile” di Gabriele d’Annunzio ed Eleonora Duse in cui è raccontato lo straordinario sodalizio artistico e la vibrante passione intercorsi tra l’Imaginifico e la Divina, cui segue il recital/concerto vero e proprio in cui protagonista assoluta è la Duse, creatura eletta e Attrice inarrivabile.
La vicenda si svolge in una stanza d’albergo di Pittsburgh, negli Stati Uniti, dove la grande Tragica realmente soggiornò durante la sua ultima, trionfale tourneé americana: è il 21 aprile 1924, suo ultimo giorno di vita, e lei, che non sa, ma che intuisce prossima la fine, sente il bisogno di scrivere una lettera a Madeleine, un tempo sua governante-dama di compagnia, personaggio fittizio il cui nome riverbera volutamente echi proustiani (le madeleines, i celebri biscottini della Recherche), lettera che è sì una rivisitazione della propria vicenda esistenziale ed artistica, ma che diventa man mano un accorato testamento spirituale.
E nel suo palpitante monologo irrompe, mediante slittamenti temporali, suggestioni evocative ed oniriche visioni, quell’abbagliante incantesimo solare vissuto con d’Annunzio e costellato da gioie accecanti ed amarezze struggenti, da capolavori teatrali e febbrili voluttà, monologo che a tratti si trasmuta in un appassionato dialogo in absentia proprio con Gabri, il suo sitibondo e ineluttabile “vampiro”.
Ed è alla magia dell’affabulazione e alla malìa della Musica di Debussy, Chopin e Rachmaninov (eseguite al pianoforte da Daniela stessa) che Eleonora affida le ferite della propria anima, sì che tutti possano entrare in sintonia con colei che il palcoscenico eternò nella Storia, il pubblico acclamò Divina, l’Amore rese disperata.