Rubrica coriandoli. Nathalie Wood: amori, scandali e quella tragica morte misteriosa

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Il 29 Novembre 1981, alle 8 del mattino, presso l’isola di Santa Catilina davanti alla California, qualcuno avvistò un corpo di donna che galleggiava a faccia in giù, con indosso una camicia da notte, dei calzettoni di lana e un giaccone di piuma d’oca. Quando venne tratto sulla barca, i soccorritori non ebbero dubbio: quel (bellissimo) corpo apparteneva all’attrice Nathalie Wood, l’indimenticata interprete di capolavori cinematografici quali “Gioventù bruciata”, “Splendore nell’erba”, “West Side Story” e candidata tre volte all’Oscar.
Suicidio la prima ipotesi formulata: l’attrice si sarebbe buttata in mare dallo yacht “The Splendour” dove la sera prima si era abbandonata a bagordi insieme al marito Robert Wagner e a Christopher Walken, in quel periodo suo partner in un film che stavano girando insieme.
Insomma un tragico gesto o un’accidentale caduta perché barcollante per troppo alcol, spiegò affranto (almeno così si mostrava) il marito.
Affranto? Può essere, però stranamente quando si era accorto della scomparsa della moglie, si era scolato l’ennesimo scotch e a Robert Dennis, capitano dello yacht e unico membro dell’equipaggio, aveva intimato di non chiamare i soccorsi (sarebbero stati allertati solo un’ora e mezza dopo, infatti).
Quanto all’altro ospite, Walken, dichiarò di essere andato a dormire e di non aver sentito nulla.

Possibile? Possibile non abbia udito la lite furibonda tra i coniugi, le grida e il tono minaccioso di lui, il pianto disperato e la voce accorata di lei?
“Avevamo bevuto troppo tutti e tre; eravamo ubriachi fradici”, risponderà alle domande incalzanti degli inquirenti.
Da sempre la morte di Nathalie Wood a soli 43 anni è apparsa misteriosa e inquietante e molti a Hollywood hanno invocato la riapertura del caso: a buttarla giù quella notte nelle acque nero pece del Pacifico, sospettano molti, fu proprio il marito Robert Wagner, geloso degli sguardi di troppo e delle malcelate avances che Nathalie aveva riservato per tutta la sera a Christopher, che qualcuno sussurra in realtà fosse l’amante di Wagner, ma che, pare, nel contempo non disdegnasse le attenzioni di lei.
Insomma un torbido ménage à trois dagli esiti tragici.

Ma tutta la vita dell’attrice russo-americana era stata improntata ad una sfavillante apparenza e ad una desolante realtà. Figlia di immigrati russi (Zacharenko era il cognome) ebbe un’infanzia segnata da un padre alcolizzato e violento e da una madre arrivista e senza scrupoli che, accortasi della bellezza e delle eccezionali doti attoriali della sua Natal’ja Nilolaevna (questo il vero nome dell’attrice), la spinse già a 5 anni a snervanti audizioni e a 15 anni nel letto di Frank Sinatra di cui sarà amante e partner cinematografica.
Questa esecrabile manipolazione materna segnò l’infanzia e l’adolescenza di Nathalie (come ora si faceva chiamare, dopo aver cambiato il cognome in Wood), minandone anche l’equilibrio emotivo e psicologico.
Da qui l’abuso di psicofarmaci, alcol e droghe che punteggiarono sempre drammaticamente la sua vita.

A 19 anni aveva sposato il bellissimo Robert Wagner, che di anni ne aveva 25 e fama di irresistibile canaglia (e di bisex); il matrimonio durò un lustro e dopo fu una girandola vorticosa di passioni per entrambi: per lui Liz Taylor, Barbara Stanwick (di 23 anni più grande), Joan Crawford, Anita Ekberg, e lei a sedurre il regista di “Gioventù bruciata” Nicholas Ray ma anche uno dei mitici attori del film, Dennis Hopper, a intessere una vulcanica passione con Warren Beatty (finita bruscamente quando questi, notoriamente bulimico in fatto di sesso, non si peritò di intrecciare un infuocato flirt con la sorella di lei, Lana) e a viversi un’intensa e breve storia d’amore con il virile Steve Mc Queen, oltre a diversi aitanti e sconosciuti giovanotti.

Nel 1972, dopo un matrimonio con uno sceneggiatore inglese da cui ha una figlia Natasha, ma che lascia dopo appena un anno (lo sorprende intento in una telefonata ad alto tasso erotico con la propria segretaria), Nathalie torna con Wagner, lo sposa per la seconda volta (emulando così la coppia Taylor-Burton) e partorisce una bimba, Courtney.
Sembrano felici. Sembrano.
Poi la morte drammatica di Nathalie, le accuse neppure tanto velate a lui e il mistero che aleggia su un’altra morte violenta, quella del grande William Holden, ritrovato due settimane prima dell’annegamento della Wood, morto dissanguato nel suo appartamento di Santa Monica per aver battuto la fronte (così si disse) contro un comodino dopo essere scivolato a causa dell’alcol di cui era imbottito.
Ma cosa c’entra il grande interprete di capolavori quali “Viale del tramonto”, “Sabrina” e “L’amore è una cosa meravigliosa” con Nathalie Wood?
C’entra, c’entra. Perché lui era il marito dell’attrice Stephanie Powers, partner (e amante, si mormora) di Robert Wagner nella fortunata serie televisiva degli anni Ottanta “Cuore e batticuore”; i due, belli e fascinosi, si ritrovarono entrambi vedovi a 15 giorni di distanza e con entrambi i coniugi (provvidenzialmente?) morti in circostanze poco chiare. Per cercare di tacitare i “rumors” il network ABC decise di cancellare la serie seppure fosse all’apice del successo.

Al funerale la bara di Nathalie era ricoperta di gardenie, il suo fiore preferito, e Robert appariva distrutto. Copione ben recitato?
Certo è che di fronte alla nuova, recente inchiesta l’ormai ottantacinquenne attore si è appellato al Quinto Emendamento che gli permette di avvalersi della facoltà di non rispondere nei casi in cui la propria testimonianza si rivelasse per se stesso incriminante.
Quella notte maledetta a bordo dello Splendour sicuramente qualcosa di efferato fu commesso.
E il mistero è ancora insoluto.