Fu una delle più originali, irridenti e fantasiose creatrici di Moda, rivale di Coco Chanel, collaboratrice di Salvatore Dalì e amata da icone dell’eleganza come Marlene Dietrich, Katherine Hepburne e Wallis Simpson.
Portò in auge una sfumatura particolare di rosa, quel “rosa shocking” così chiassoso e impudente che nulla aveva a che fare con i rosa confetto e i rosa cipria allora (parliamo degli anni Venti) tanto in voga.
Fu una stilista geniale, una donna d’acciaio e una poetessa mancata.
Ma procediamo con ordine.
Elsa nacque il 10 Settembre 1890 da una ricca e colta famiglia piemontese (ma sua madre proveniva dall’alta aristocrazia napoletana): suo padre Celestino era un pregiato traduttore di testi arabi, suo zio Giovanni il celebre astronomo che fu tra i primi a studiare Marte, e suo cugino Ernesto il fondatore del Museo Egizio di Torino.
Non era bella, a differenza di sua sorella (e i continui paragoni erano per lei scudisciate), ma era arguta, intelligente, vivace. Anche troppo.
A 13 anni scrisse versi appassionati al limite dell’erotismo, che furono pubblicati e letti (con morbosità) in tutta Italia, causando scandalo e indignazione nella sua illustre famiglia. Conseguenza: venne rinchiusa per punizione in un collegio svizzero.
Ma lei era e sarà sempre indomabile e riesce a convincere il padre a farla tornare a casa.
Sposa il Conte Wilhelm de Wendt de Kerlor, studioso di filosofia e medium, che senza tanti complimenti dopo pochi anni abbandona lei e la loro figlia Gogo, malata di paralisi infantile.
Un galantuomo, vero? Elsa non s’arrende.
Prende una valigia, la sua bambina e tutta la creatività che possiede e se ne va a Parigi, in quella Ville Lumière cosmopolita e vivace dei ruggenti anni Venti, dove diventa amica dei Poeti Surrealisti, degli Artisti Dadaisti e di quel pazzo, stravagante e geniale Salvador Dalì.
E a Parigi, nel 1927, Elsa Schiaparelli si reinventa stilista e firma la sua prima collezione, stupendo tutti: abiti rosa shocking, guanti con le unghie color oro, gonne a ruota con gigantesche aragoste ricamate, bottoni a forma di labbra, e il famoso cappello a scarpa rovesciata creato insieme all’amico Dalì.
Le grandes dames di Parigi impazziscono per le sue creazioni e non ce n’è una che nell’armadio non possegga uno dei suoi (costosissimi) capi, compreso il famoso golfino nero con interno bianco e gran fiocco pure bianco che lei si faceva sferruzzare dalle contadine armene fuggite a Parigi dalla persecuzione e dal genocidio perpetrato dai Turchi tra il 1915 e il 1916.
Ormai la fama è consolidata, il suo profumo “Shocking”, racchiuso in quell’ampolla disegnata sulle fattezze del corpo femminile, è un successo planetario e ha la gioia anche di diventare nonna dacché sua figlia Gogo le darà due nipoti: l’ineffabile Marisa Berenson, splendida interprete di pellicole quali “Morte a Venezia” e “Barry Lyndon” e la sfortunata Berry, moglie dell’attore Anthony Perkins, morta a 53 anni nell’attentato dell’11 Settembre 2001 al World Trade Center.
Elsa Schiaparelli, protagonista assoluta di un’epoca irripetibile, chiuse il suo celebre atelier di Place Vendôme nel 1954 e morì a Parigi il 13 Novembre 1973 a 83 anni.