Il 6 settembre del 394 d.C. nei pressi dell’attuale fiume Isonzo vicino a Gorizia, si svolse la cosiddetta “Battaglia del Frigido” (dal nome del fiume che scorre nella moderna Slovenia) fra l’Imperatore romano d’Oriente Teodosio I che capitanava l’esercito cristiano (avente i Visigoti come alleati) e l’usurpatore del trono dell’Impero romano d’Occidente Flavio Eugenio (affiancato dai Franchi) portavoce degli antichi ideali pagani che cercava di arrestare l’avanzata ormai dilagante del Cristianesimo.
A decidere l’esito finale della cruenta battaglia fu la bora, che si levò improvvisa e fortissima.
L’esercito di Teodosio, schierato a favore di vento, poté contare sull’aiuto del vento e le frecce scagliate dagli arcieri, spinte dal vento che soffiava a 100 km allora, si trasformarono in dardi micidiali che decimarono le truppe di Flavio Eugenio, che, al contrario, non riuscivano neppure ad avanzare.
Ma la bora, che permise a Teodosio di sconfiggere l’usurpatore e divenire unico Imperatore, fu anche la causa della sua morte.
Esposto a lungo al gelido vento, fu colpito da una grave polmonite che pochi mesi dopo lo avrebbe condotto alla morte a soli 48 anni.