Briciole di storia, quisquilie e pinzellacchere. La contessa sanguinaria

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Per Elisabeth Bathory, contessa appartenente ad una delle casate aristocratiche più in vista dell’Ungheria (sua mamma era sorella del re di Polonia), il 26 Dicembre 1610 fu una data campale.

Quella notte il conte Gyorgy Thurzo, inviato in gran segreto dal re ungherese in persona ad indagare e a verificare le terribili accuse di crudeltà ed efferatezza di cui era stata accusata la nobildonna, si trovò davanti ad una scena raccapricciante: la contessa, i suoi servitori e alcune fanciulle impegnate in una vera e propria orgia di sesso e di morte, con sangue dappertutto e urla che riecheggiavano sinistre.

Le voci che da anni si rincorrevano circa riti satanici e depravati che la “bloody countess”, la “contessa sanguinaria” come era denominata, infliggeva a giovani e giovanissime ragazze del suo contado, si rivelarono drammaticamente fondate.

Crudele e perversa, aveva fatto installare nel suo castello di Csejthe delle vere e proprie camere di tortura e 600 furono le ragazze seviziate e uccise.

Alla fine del processo cui fu sottoposta, i suoi complici furono giustiziati, mentre lei fu rinchiusa, o meglio, murata viva in una stanza del suo stesso castello, con una sola fessura per l’aria e una strettissima apertura per il passaggio del cibo, ma lei preferì morire d’inedia, rifiutando il cibo, piuttosto che sopportare quella prigione di morte.

Il 21 agosto 1614, Elisabeth Bathory, la “contessa sanguinaria” morì all’età di 54 anni, senza un solo moto di pentimento.