Briciole di storia, quisquilie e pinzellacchere. Il portentoso esercito di terracotta

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Il 29 Marzo 1974 un contadino della città cinese di Xi’an, nella provincia di Shaanxi, Yang Zhifa, mentre stava scavando un pozzo, vide affiorare una grande testa di terracotta. Quella data fu l’inizio di una scoperta archeologica di eccezionale importanza: il portentoso ed imponente esercito di terracotta che il megalomane Qin Shi Huangdi, primo Imperatore della Cina, vissuto nel terzo secolo a.C., si era fatto costruire perché simbolicamente lo servisse nell’Aldilà.

Dagli scavi venne fuori quella che oggi è considerata l’ottava meraviglia del mondo moderno, la seconda attrazione della Cina dopo la muraglia cinese e che dal 1987 è stato inserito dall’Unesco nell’elenco dei Patrimoni dell’Umanità: 8000 imponenti guerrieri (quelli in piedi alti 190 centimetri e quelli inginocchiati 120), 130 carri in legno e 600 cavalli di terracotta finora ritrovati (ma gli scavi continuano perché l’area archeologica è vastissima).
Le armi furono rubate negli anni successivi, ma dalla posizione delle mani e dalla postura del corpo si evince chi fossero gli arcieri o gli alabardieri o i balestrieri e così via.

Dal giorno del primo rinvenimento la sperduta e poverissima provincia rurale dello Shaanxi si è trasformata in un polo di attrazione turistica far i più visitati al mondo e il contadino Yang, che all’epoca, quale premio per il ritrovamento, aveva ricevuto uno stipendio di un anno, si è arricchito anche lui, vendendo autografi.