Nata a Londra nel 1815, Augusta Ada Byron era figlia della matematica Anne Isabella Mibanke e del luciferino Poeta Lord George Byron che lasciò madre e figlia per inseguire altre passioni quando questa aveva solo pochi mesi.
Tra padre e figlia non ci furono mai contatti e la piccola Ada (come tutti la chiamavano) divenne orfana a soli 9 anni.
Si era rivelata fin dalla più tenera età una vera e propria bambina prodigio, purtroppo affetta da salute cagionevole e afflitta da terribili cefalee che le procuravano problemi alla vista e addirittura da una paralisi durata un anno alle gambe in seguito ad una forma virulenta di morbillo.
Seppure inferma, la sua golosità culturale e il suo amore per la matematica non le impedirono di studiare e di apprenderne misteri e meraviglie.
Sposando William King-Noel, Conte di Lovelace, espunse il suo cognome Byron ed adottò definitivamente il cognome del marito.
Quando Ada conobbe Charles Babbage, che stava lavorando ad una macchina analitica per svolgere vari tipi di operazioni, approfondì gli studi su metodi di calcolo realizzabili con la macchina differenziale e la macchina analitica.
Babbage la soprannominò “L’Incantatrice dei numeri” e Ada lo era davvero.
Ada Lovelace fu colpita da un tumore uterino e probabilmente i debilitanti salassi cui fu sottoposta accelerarono la sua fine in pochi mesi. Si spense, compianta da tutti, a soli 36 anni.
Questa geniale Donna fu talmente lungimirante da prefigurare persino il concetto di “intelligenza artificiale” e i suoi scritti sono tuttora considerati anticipatori di un computer dotato di software, poiché descrisse un algoritmo per i calcoli dei numeri di Bernoulli, definito come “il primo programma informatico della Storia”.
Ecco perché in suo onore nel 1979 il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti chiamò ADA il nuovo linguaggio informatico allora creato.