Appunti di Viaggio

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di Daniela Musini

Berlino, Hotel Adlon Kempinsky, tempio della Belle Epoque. Lì lo Zar Nicola II, il Maharaja Bhupinder Singh di Patiala e Mata Hari…

Nel 1904 Herr Lorenz Adlon era un commerciante di vini di Magonza molto molto ricco e altrettanto ambizioso. Lui, proprio lui, avrebbe creato uno dei più intriganti luoghi d’incontro della Belle Epoque…

Lorenz Adlon amava Berlino, dove si era trasferito, e voleva renderla elegante e sfavillante come Parigi. Ammiratore incondizionato del Kaiser Guglielmo II, riuscì a convincerlo a dotare la città di un Hotel lussuoso e magnificente come quelli che all’inizio del Novecento si ammiravano nelle altre capitali europee.

Detto fatto, furono ingaggiati gli Architetti Carl Gause e Robert Leibniz per il progetto e si diede inizio alla costruzione dello splendido Hotel Adlon la cui location, strategicamente, si trovava a pochi isolati dalla Cancelleria del Reich, vicino l’Ambasciata britannica e di fronte a quelle Americana e Francese.

Furono spesi 20 milioni di marchi d’oro, di cui 2 donati dallo stesso Adlon per arredarlo con uno stile che coniugava il Neobarocco e il Luigi XVI; il risultato fu grandioso: meravigliose colonne di marmo, un giardino interno alla Giapponese, una fornitissima biblioteca, mirabili fontane a forma di elefante, un enorme salone adibito alla Musica, un ristorante di altissimo livello, lampadari da togliere il fiato.

L’inaugurazione avvenne il 23 ottobre 1907, alla presenza dell’Imperatore Guglielmo II, di sua moglie, dei maggiori esponenti della nobiltà berlinese, di Ambasciatori ed esponenti dell’alta finanza, insomma di tutto quel “bel mondo” che conduceva una scintillante esistenza che la Grande Guerra, di lì a qualche anno, avrebbe scompaginato e fatto eclissare.

Da quel momento l’Hotel Adlon divenne uno dei templi della Belle Epoque ed ospitò personaggi eccellenti, Capi di Stato, avventurieri, spie, attori famosi, grandi industriali, Artisti e celebrità.

In quei saloni rifulgenti, in stanze appartate, in suites ovattate si consumarono vacanze lussuose e tranquille, riunioni d’affari internazionali, ma anche incontri fugaci di amanti clandestini, riunioni segrete di spie cosmopolite, feste strabilianti di miliardari stravaganti.

E così, come nel film “Grand Hotel” con Greta Garbo e John Barrymore (i cui interni furono mutuati proprio dall’Hotel Adlon), si intrecciarono arrivi e partenze dello Zar Nicola II di Russia e del Maharaja Bhupinder Singh di Patiala, dell’inventore Thomas Edison e del magnate americano Rockefeller, di Albert Einstein e di Enrico Caruso, di Charlie Chaplin e di Josephine Baker; in quelle stanze si consumarono le notti proibite di Marlene Dietrich con le sue amanti, le passioni peccaminose de La Bella Otero con i suoi generosissimi ammiratori e gli incontri clandestini di Mata Hari…

Nel 1921 avvenne la morte, fatale, dell’artefice dell’Hotel Adlon: Lorenz Adlon perì investito da un’auto nello stesso preciso punto, vicino alla Porta di Brandeburgo, dove esattamente 3 anni prima era stato investito (ma si era salvato) da un’altra vettura.

La direzione del mitico Hotel Adlon passò al figlio di Lorenz, Luis, e l’albergo continuò ad essere il crogiuolo e punto di riferimento di un’epoca irripetibile fino al 2 marzo 1945, quando, verso la fine della guerra, con una Berlino devastata e Hitler che si sarebbe suicidato di lì a poco, dei soldati russi ubriachi appiccarono, forse senza volerlo, un incendio nelle pregiatissime cantine.

Fu un attimo: il rogo distrusse il magnifico Hotel e questo fu la rovina della famiglia Adlon.

Luis venne arrestato dalle truppe sovietiche il 25 aprile 1945 e morì di lì a poco per arresto cardiaco. Così si disse. Ma nessuno ci credette.

Era la fine di un’epoca. Il lento declino per quell’Hotel da favola fu inevitabile e inesorabile.

Ma il 23 Agosto 1997 l’antico Hotel Adlon tornò agli antichi splendori, risorgendo con il nome di Hotel Adlon Kempinsky Berlin che tuttora ed è uno degli Hotel più belli della città, ricco di splendori e di Storia, in cui ancora palpita l’atmosfera scintillante e magnificente del tempo che fu.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ho avuto la fortuna di mettere in scena in quello splendido Hotel una mia conferenza/recital su d’Annunzio nel febbraio 2004, su invito del Prof Cristin dell’Istituto Italiano di Cultura e alla presenza dell’Ambasciatore Italiano a Berlino Silvio Fagiolo.

 

 

Fu un’esperienza indimenticabile ritrovarmi in quello storico ambiente (anche se completamente ricostruito) per me, che amo alla follia la Belle Epoque. Indimenticabile anche perché fu il primo della mia lunga ed entusiasmante carriera internazionale, che ancora continua…

 

Nelle foto: l’Hotel Adlon com’era, interni dell’Hotel Adlon Kempinshy com’è attualmente, Mata Hari, Greta Garbo e John Barrymore in “Grand Hotel”, due degli articoli a me riservati per quell’evento a Berlino, una pagina della traduzione in tedesco del mio testo teatrale “Amore mio crudele”, me fra il Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura e l’Ambasciatore Italiano a Berlino e sempre me sul palco del Salone degli Incontri dell’Hotel.